Lo spazio

Nel libro di D. De Kerckhove, intitolato L’architettura dell’Intelligenza viene profondamente discusso del tema della SPAZIALITÀ.

L’autore spiega come l’architettura dell’intelligenza sia l’architettura della connettività.

La materia architettonica viene quindi assoggettata a tre tipologie di spazi appunto connesse tra loro. Tutto si gioca sul triangolo MENTE, MONDO, NETWORK.

Si pone e si riconosce l’esistenza quindi dello spazio mentale, dello spazio reale, e dello spazio virtuale, o meglio definito cyberspazio.

Per chiarire meglio il concetto di spazio in se, e definire le tre tipologie si parte dal principio di alfabetizzazione.

L’alfa principio (o A- principio)

L’alfabeto è la tecnologia centrale dell’elaborazione dell’informazione. Pone al centro la tendenza visiva: scandisce lo spazio sulla carta, sul foglio e trasforma in immagini suoni e pensieri tramite le parole. La mente dell’individuo alfabetizzato sarà naturalmente portata a trasferire questa comprensione dello spazio-testo nel contesto in cui si immerge in corpo. Lo spazio dell’A-principio è uno spazio che si espande all’infinto, caratterizzato da un’importante prerogativa di razionalità, dove la comprensione testuale si transumta nella comprensione dello spazio. La tendenza visiva del mondo alfabetizzato spinge lo spettatore lontano da se, ponendo una distanza tra il soggetto e il contesto. Lo strumento principale di questo principio è la prospettiva dove appunto il punto di vista ha come fondamento una precisa distanza dall’oggetto esaminato. Distanza e razionalità sono quindi il risultato dell’applicazione dell’alfa principio.

Stabilita la distanza dalla realtà e spinto dalla necessità di comprensione razionale, il soggetto comprende lo spazio esterno e lo interiorizza tramite una costante attività di calcolo nello spazio mentale. Lo spazio mentale è uno spazio soggettivo, un universo privato. Si tratta di un mondo interno interamente contenuto in un copro mobile.

Terzo fondamento di questa trilaterazione è il cyberspazio.

Il cyberspazio è un nuovo spazio interno, affine a quello mentale: si tratta di un unico ambiente che permette ogni combinazione, permutazione e configurazione. Entrambi sono dotati di memoria, meccanismi di ricerca, recupero e visualizzazione. Entrambi elaborano informazioni e sono dotati di intelligenza. Il cyberspazio segue l’E- principio è il principio dell’elettricità (non dell’elettronico).

L’elettricità si sostituisce all’alfabeto diventando la nuova tecnologia centrale nell’elaborazione dell’informazione. L’effetto dell’elettricità sull’informazione è centripeto, riduce lo spazio ad un punto, mentre l’alfabeto espandeva lo spazio all’infinito. L’elettricità ha una dinamica implosiva. L’elettricità è l’espansione del sistema nervoso centrale. Amplia le capacità sensoriali, discostandosi dalla tendenza visiva per lasciare posto all’esperienza tattile (era digitale, da digit, dito). Si tratta dell’esteriorizzazione delle attività mentali. Si tratta di un’unione di linguaggio e complessità, la combinazione del calcolo con la velocità.

Il cyberspazio è un nuovo spazio pubblico che tutti condividiamo e ha espandibilità infinita. In questo spazio il soggetto ha un posto, una posizione e una realtà soggettiva, ovvero che dipendono dall’individuo stesso. Si tratta di uno spazio che può essere riempito dalla presenza (effettiva o potenziale) dell’individuo, che gli appartiene tanto quanto lo spazio reale. L’esistenza nell’e-principio consente una duplice relazione con il cyberspazio: l’E-nomade che porta con se il mondo e l’E sedentario che naviga il mondo fermo in se.

Lo schermo diventa strumento fondamentale. è il punto di coincidenza fra lo spazio fisico dell’hardware, lo spazio mentale e il cyberspazio. Rappresenta l’area terminale dove tutte le connessioni giungono a una fine. Ha un contenuto cognitivo e un contenuto oggetto di cognizione. Se collegato alla rete lo schermo diventa una finestra sul contenuto cognitivo del mondo, andando oltre allo spazio cognitivo di sé. Il cyberspazio abbandona la dimensione dello spazio mentale privato, diventando collettivo.

L’elaborazione dell’informazione nell’a-principio era limitato allo spazio mentale privato, il web è lo strumento che permette l’incontro delle menti. L’e-principio non è a favore dell’identità privata, l’informazione vuole essere libera.

La proprietà intellettuale assume enorme importanza poiché diventa pura informazione. Gli schermi creano connessioni sinapsiche con milioni di menti che scambiano informazioni. L’intervallo fra lo schermo e l’occhio dell’utente è l’unica area di flessibilità e interpretazione.

Il mouse e il puntatore descrivono una nuova distribuzione spaziale delle informazioni. Il puntatore diventa il punto di stato.

Lo sviluppo dell’interfaccia grafica, dell’ipertesto e della navigazione trasformano il computer da semplice macchina calcolatrice a macchina mentale. Con la navigabilità il cyberspazio diventa un ambiente fluido dove esiste un punto di partenza, ma le destinazioni sono molteplici, se non infinite.

Si può quindi arrivare a parlare di e-mersività, data dalla dimensione tattile del cyberspazio. L’immersività trova il suo punto focale nella realtà aumentata, la combinazione della realtà virtuale e della realtà. Il punto di vista diventa quindi punto di stato. La simulazione è proiettiva, non limitandosi ad essere replica (quali fotografie o video), ma riedizione della realtà.

Nell’esperienza del cyberspazio l’utente scopre la paradossale necessità dell’architettura di essere al tempo stessa fluida e solida.

L’ipersuperficie è un’interpretazione dei sensi attraverso la virtualità, sviluppando un concetto limite tra spazio fisico e spazio mentale.

Il concetto di spazio muta: lo spazio è spezzato in bit dalla digitalizzazione, esso perde sia l’infinità che la perennità che aveva acquistato sotto l’influenza dell’alfabeto. Lo spazio non può essere più un dato.